A volte leggo in giro recensioni molto inquietanti. Adulti che analizzano libri per bambini con l’occhio del Didatta Mannaro e angosciano il prossimo con la morale. “Dov’è la morale? Dove? Perchè lo scrittore non HA DETTO ESPLICITAMENTE che mettersi le dita nel naso è sbagliato? Eh? Sarebbe un bel libro SE SOLO l’autore avesse CHIARITO che non fare i compiti è disdicevole. E come mai c’è un personaggio cattivo che resta cattivo? Così è come suggerire ai bambini che essere cattivi è OK.”
Non capisco mai bene se pensano che gli idioti siano i bambini o gli scrittori, uniti in questo tragico destino di frigidità letteraria. Non capisco mai cosa sfugga del concetto di “finzione letteraria”. Era bella quell’epoca in cui i grandi avevano una vita e lasciavano che lettori bambini e scrittori avessero la propria, protetti solo dalla rassicurante supervisione a monte dell’editore, che ovviamente non è che pubblichi libri a caso.
Oggi invece abbiamo i manuali per ribelli.Le istruzioni improrogabili per essere liberi ubbidendo ciecamente. La mappa a senso unico per capire da soli qual è la strada giusta. E le recensioni. Una signora scrive online di un albo: “Era perfetto: sembrava scritto da un ragazzino. Peccato che non ci sia una nota di fondo che inviti poi il pargolo a liberare la vittima [un insetto]. Sembra un invito a giocare a scapito degli animali, una giustificazione alla crudeltà tipica dell’innocenza. Un gioco adatto giusto ai bimbi non a un libro.”
Su queste cinque righe ci si può fare una tesi di laurea. Argomento: innocenza e crudeltà. O “come i libri per bambini non DEBBANO ASSOLUTAMENTE abbassarsi al livello dei bambini”. O sulle “note di fondo”. Attenzione, bambino, quello che trovi in questo libro fa parte della tua vita ma SAPPI che è totalmente sbagliato, vergognati. Lunga vita agli psichiatri.Non vi stupite, ordunque, se uno scrittore diventa aggressivo quando gli dite: oooooooh maccheccarino lavori con le favole, ma beaaaaato te.
Il Didatta Mannaro vuole il suo sangue e provateci voi a vivere così.