In Italia, si sa, la letteratura per ragazzi viene studiata a livello accademico solo nell’ambito della facoltà di Scienze della Formazione, riconducendola a un ruolo educativo un po’ riduttivo e privandola di fatto di un posto “letterario” a tutti gli effetti.
Non che il ruolo educativo sia da trascurare, sia chiaro. Ma dove vanno gli aspiranti scrittori per ragazzi a studiare la loro materia? La risposta ovvia sarebbe: alla facoltà di Lettere. Purtroppo non è ovvia per niente, perché infatti non esiste un percorso formativo di questo tipo.
La mia risposta, allora, più impegnativa ma anche più stimolante: in Inghilterra. Specificatamente, alla facoltà di English and Creative Writing – ebbene sì, scrittura creativa si può studiare all’università, basta salire più a nord sulla cartina dell’Europa o volare dall’altra parte dell’Oceano, in America.
Le motivazioni sono infinite ma potrei dire che, nel caso dell’Inghilterra, resta comunque il paese dominante nel settore a causa di una tradizione profondamente radicata nella cultura. Ricordate la cerimonia di apertura delle olimpiadi di qualche anno fa? Tra i simboli scelti a rappresentare il Regno Unito davanti al mondo intero c’erano Peter Pan, Mary Poppins e J.K.Rowling. Quanti paesi avrebbero scelto la propria letteratura per l’infanzia per auto-rappresentarsi? Se diciamo “nessuno” rischiamo di sbagliare di poco.
Quindi nello UK c’è una lunga tradizione che continua a essere coltivata a livello istituzionale. E finisce nell’università, dove la ricerca è attiva e produttiva come in qualunque altro settore. Un esempio è il NCRCL alla Roehampton University, il centro di ricerca nazionale sulla letteratura infantile. E l’infinità di saggi che sono a disposizione di chi studia la materia.
La stessa università di Roehampton organizza il Master in letteratura per ragazzi, in cui poi è possibile scegliere il percorso di scrittura creativa. C’è la versione sul posto – quella che ho frequentato io nel 2013 – e quella in DISTANCE LEARNING, che rende possibile questo percorso anche a chi non può affrontare un periodo all’estero. Requisito fondamentale, ovviamente, è la conoscenza dell’inglese.
La Roehampton University è il luogo ideale per studiare letteratura per ragazzi: basti pensare che qualche anno fa il rettore era Jacqueline Wilson e che c’è una borsa di dottorato intitolata a lei (quella che io vinsi nel 2014). E recarsi di persona al campus, significa avere accesso alla magnifica biblioteca e agli archivi dedicati a Richmal Crompton.
Non so quanti autori in Italia siano riusciti a costruirsi un percorso accademico completo nonostante le difficoltà che il nostro paese ci impone. Io che ne ho completato uno (master + dottorato) mi sento di dire che ne vale assolutamente la pena e che l’arricchimento è tale che si cambia molto anche nella scrittura e nell’approccio all’editoria.
Per chi volesse provarci, il consiglio è assolutamente SÌ! L’inglese si impara, come l’ho imparato io, e l’esperienza resta per sempre. Qui ci sono le condizioni per fare la domanda di ammissione. Oppure QUI trovate informazioni sull’Open Day e tanti webinar per non sbagliare la domanda.
Last but not least, a programma completato, c’è la cerimonia ufficiale – anche solo quella, vale la fatica! (qui sotto, io con Jacqueline Wilson al Southbank Centre).